La miscelazione dai 5 continenti

5 Continenti – 5 grandi ospiti

Un elenco di tutti i grandi ospiti che faranno conoscere la loro arte ai bartender di Baritalia Hub rischia di lasciare fuori qualche big. Corriamo il rischio.

Perché a Rimini saliranno sul palco per le loro masterclass esponenti dai cinque continenti.

Questi sono i loro identikit:

Lee Watson

Per metà americano e per metà filippino, è cresciuto viaggiando tra i due Paesi per la maggior parte della sua vita. Watson ha studiato Fisica ed Economia, ma in seguito ha trovato la sua vocazione nel business del bar. Si è laureato Magna Cum Laude a Le Cordon Blue a Portland, Oregon. La sua prima esperienza nel settore nel settore è stata a Portland, prima di fare rientro a Manila, nelle Filippine.

Watson è tornato a Manila nel 2012 facendo parte della squadra che ha avviato la monumentale struttura del Solaire Resort & Casino. Qui è stato responsabile della creazione di tutti i bar della proprietà. Il suo ritorno a Manila è stato perfettamente sincronizzato con l’inizio del revival della cultura del bar. Da allora ha è stato consulente per oltre una dozzina di bar, ristoranti, hotel e resort nelle Filippine. Il più famoso dei quali è il ristorante di Antonio, che è nella lista dei 50 migliori ristoranti asiatici. Ha anche aperto 6 bar come proprietario, il più noto è ABV, tra i 50 migliori bar asiatici per 2 anni consecutivi. Il suo ultimo progetto è The Spirits Library, che non solo contiene una delle più grandi collezioni di alcolici del paese, ma ospita anche una delle più grandi raccolta di bar books della regione.

Luke Whearty

Ha iniziato la sua carriera come bartender in Australia. All’inizio era semplicemente un modo per fare surf: poteva guadagnare denaro durante la notte e colpire le onde durante il giorno. Da allora, Luke è diventato uno dei baristi più famosi al mondo grazie ai suoi innovativi cocktail sviluppati con metodi di laboratorio avanzati. Luke Whearty ha aperto l’Operation Dagger nel 2013 a Singapore dopo che il suo ex-capo Ryan Clift lo convinse che questa sarebbe diventata la nuova grande frontiera del food&beverage.

All’Operation Dagger, attualmente al 24° posto dei World’s 50 Best Bars, il menu non fa menzione degli spirits. Whearty preferisce che il cliente non si concentri su liquori e distillati, ma sull’anima del cocktail. L’obiettivo di Luke è quello di andare oltre le etichette e i pregiudizi consentendo ai suoi clienti di sperimentare meglio i sapori sfaccettati che compongono i suoi drink. Luke Whearty è anche un grande sostenitore delle bevande fermentate, a cui ha dedicato un’intera sezione del menu e dei vini naturali. Ultima novità in casa Whearty? La prossima apertura di Operation Dagger a Melbourne.

Amber Bruce

E’ la bar manager del Keefer Bar, situato nella Chinatown di Vancouver e famoso per l’utilizzo di ingredienti medicinali tradizionali cinesi nei loro cocktail. Amber è una grande fan del Tequila e ogni giorno cerca di divulgare i valori di questo distillato presso la clientela.

More is less e non less is more”, si potrebbe dire di Amber Bruce visto che è una sostenitrice dell’utilizzo di più basi alcoliche e tagli nella composizione di un cocktail. Il tutto al solo fine di creare un ricco arcobaleno di aromi per ricette relativamente semplici. Amber è una grande viaggiatrice e ha recentemente visitato Miami, la Francia, la Danimarca, la Svezia, l’Islanda, l’Olanda e Toronto per partecipare al concorso di cocktail di Beefeater Gin.

Denzel Heath

E’ originario del Sud Africa e ha trascorso gli ultimi anni viaggiando per il continente africano per condividere il suo amore e la sua passione per il bartending con colleghi dagli stessi ideali. Il suo motto “Abbraccia la tua cultura” è stato il tema di molti seminari a livello globale e ha portato alla nascita di un vero movimento del cocktail in Sud Africa legato alla cultura e agli ingredienti locali. Di recente ha aperto il suo Mootee Bar a Johannesburg.  ll suo laboratorio, più che a un bar, fa pensare a uno studio chimico con tanto di evaporatore rotante per distillare, omogeneizzatore a ultrasuoni, centrifughe refrigerate e molti altri gadget tecnologici usati per produrre misture di nuova generazione: acquavite di latte, brandy e cola dal colore trasparente come l’acqua o la tradizionale birra di mais Umqombothi in versione brillante. ll menu dei cocktail, che ha richiesto otto mesi di sviluppo, si presenta graficamente come una sorta di “test delle macchie Rorschach”. Ogni cocktail ha una rappresentazione visiva del gusto ideata dall’artista Jared Hurwitz. Le illustrazioni sono pensate per innescare una reazione emotiva nel cliente che lo induca a effettuare l’ordine. A differenza dei menu di cocktail tradizionali non sono elencati gli ingredienti dei 12 drink in carta, ma le loro caratteristiche sensoriali. E, ad accompagnare ogni ricetta, c’è la sua storia. La sua “CockTale”, come spiega Heath: «Gli stessi recipienti che abbiamo scelto per i nostri drink, realizzati su nostro disegno in diversi parti dell’Africa, servono a evocare una particolare novella africana alla quale ci siamo ispirati per l’ideazione della ricetta. Si prenda il contenitore in ceramica che ospita il cocktail Mashonza (sì, avete visto bene, è decorato con un insetto). La sua forma riprende quella del bruco Mopane, detto comunemente Mashonza, una specie molto utilizzata nella dieta delle zone rurali e considerato una prelibatezza nelle città africane. All’interno del menu narriamo la sua piccola grande-storia, il suo ciclo vitale, il passaggio da bruco a farfalla».

Heath vanta un eccellente palmares. È stato tra gli 8 migliori concorrenti della Bacardi Legacy di Sydney 2015. Campione anche nella Bols Around The World 2013 e nel 2014 campione sudafricano.

Márcio Silva

Oltre che per il suo sorriso contagioso, è apprezzato come una figura iconica nella scena del bartending brasiliano. La sua carriera lo ha portato dall’Europa alle due città principali del Brasile: San Paolo e Rio de Janeiro. Ha fatto parte tra l’altro al gruppo di lavoro di Super Bar Professional Show, il primo bar show in terra brasiliana. Dopo anni come consulente, ha finalmente aperto il suo posto – Guilhotina Bar a San Paolo. In pochissimo tempo il locale ha avuto un successo clamoroso. Tanto che dopo meno di un anno si è trovato al 73mo posto dei migliori locali del mondo (World’s 50 Best Bars).

Così dice del suo menu: “Tutto quello che contiene la mia lista si trova lì perché volevo regalare ai miei ospiti un’esperienza divertente e lasciare un senso di benessere. Così, durante la fase di sviluppo, ho mescolato nomi, espressioni brasiliane e slang provenienti da diversi Paesi e regioni che potevano sembrare gioiosi, dare una marcia in più ai cocktail e anche raccontare alcune delle storie degli ingredienti. Ho sviluppato il mio menu per soddisfare tutti i gusti e mi piace anche mescolare ingredienti particolari. Io uso principalmente uno stile tropicale, ma siamo aperti a servire qualsiasi cocktail classico, che replico fedelmente o elaboro sotto forma di twist”.